Da circa 25 anni la terapia con onde d’urto è un valido aiuto nel campo riabilitativo quale “attivatore” di processi biodinamici cellulari in grado di favorire la riparazione tissutale nelle fasi post acute e/o orientate alla cronicizzazione. Tutte le entesopatie (sofferenza dei tendini a livello inserzionale = epicondiliti, epitrocleiti, trocanteriti, periartriti di spalla, fasciti, achillodinie, talalgie, ecc), le patologie muscolo-tendinee e i ritardi di ossificazione trovano in questo presidio terapeutico un alleato efficace e ovunque scientificamente riconosciuto. Molta confusione permane ancora però circa la sorgente e le caratteristiche “fisiche” delle onde d’urto. Alle originali apparecchiature strettamente derivate dai “litotritori” caratterizzate da potenze superiori ai 500 bar su microsecondi e focalizzazione profonda (oltre i 6 cm) si contrappongono spesso apparecchiature meccaniche dette “balistiche” più semplici (e decisamente molto meno costose) a bassa pressione su tempi lunghi (centesimi di secondo) scarsamente focalizzabili e quindi a limitata penetrazione (millimetri). Le prime, non graduabili, risultano piuttosto dolorose e poco efficaci nelle comuni patologie osteo-tendinee usualmente più superficiali, le seconde (meglio definite “onde pressorie” quindi le sole utilizzabili anche dai fisioterapisti) hanno generalmente troppo scarsa penetrazione. Nel nostro poliambulatorio collabora un fisiatra con oltre 20 anni di esperienza in questo settore; per le terapie viene utilizzata un’apparecchiatura a onda d’urto “piezoelettrica” caratterizzata da un “range” operativo (la focalizzazione) molto ampio (da 5 a 40 mm di profondità) e da potenze variabili comprese fra i 10 e i 200 bar quindi perfettamente adattabili ad ogni condizione e ad ogni paziente. Mai dolorose, non standardizzabili (ogni trattamento ha storia a sé), solo “manu medica”; sono strumenti costosi e complessi, ma- ben guidati- decisamente efficaci.